Maria Vittoria Rossi, più conosciuta come
Irene Brin, è stata una scrittrice e giornalista italiana.
Leggerla mi ha sempre messo allegria, sinceramente non sono mai riuscita a capire perché
non sia mai diventata una firma sufficientemente nota nel panorama culturale italiano.
Non è facile introdurla in poche righe alle persone che non la conoscono
perché Maria Vittoria ha avuto mille volti, mille firme e,
a quanto pare, anche molte date di nascita (c'è chi sostiene il 14 giugno del 1914,
chi parla del 1911, chi, invece, colloca la nascita il 14 di luglio).
La veste nella quale è più nota sicuramente è quella di giornalista di moda, durante gli anni '50
divenne la prima collaboratrice italiana di
Harper's Bazaar dopo essere stata notata
direttamente da
Diana Vreeland, all'epoca caporedattrice della rivista.
Personalmente una delle cose che amo di più nella sua produzione sono
gli articoli che scrisse alla fine degli anni trenta nel settimanale diretto
da
Leo Longanesi intitolato
Ombibus.
La colonna portava il nome "Cose Viste" e una giovane
Irene Brin raccontava
e commentava con malizia e ironia la società romana durante gli ultimi anni del fascismo.
Dal momento che forse proprio oggi ricorre il suo compleanno ho deciso di renderle un piccolo omaggio: ho preso uno dei suoi articoli intitolato
"La Bottega dei Dischi"
pubblicato su Omnibus il 25 giugno del 1938 e ne ho tratto ispirazione
per un breve fumetto che ho intitolato
"La voce del Padrone".
Il luogo descritto nell'articolo è il negozio di dischi a conduzione familiare di
Angelo Alati
che si trovava all'incrocio tra via delle tre Cannelle e via Quattro Novembre.
Ancora oggi si vede il sostegno metalico che reggeva l'insegna luminosa nell'angolo dell'edificio,
anche se del negozio non c'è più traccia da molto tempo.
Il racconto a fumetti verrà pubblicato per intero il 25 di giugno,
giorno dell'anniversario della pubblicazione dell'articolo originale,
nel frattempo vi lascio un'anteprima di alcuni personaggi che compariranno nella storia.
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Due dipendenti del negozio Alati e la protagonista della mia storia,
che nell'articolo è la stessa Irene Brin. |
Ho sempre pensato al fumetto come a un mezzo potentissimo per risvegliare la curiosità delle persone.
Quando scrissi il mio primo racconto intitolato
"Il giorno che scommisi la testa col Diavolo"
(Teiera Autoproduzioni 2010), nel quale parlavo di un film al quale sono molto legata,
il feedback più bello fu proprio quello di sapere che alcune persone,
dopo aver letto il mio fumetto, avevano cercato il film per vederlo.
Spero che questo possa accadere anche con questo piccolo esperimento e che, magari,
anche grazie alle tavole che pubblicherò tra qualche giorno,
a qualcuno possa venire la voglia e la curiosità di leggere
Irene Brin.
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Studentesse di Santa Cecilia, un parroco, un anziano,
due ragazzi dai capelli lunghi e una coppia di sposi chiassosi. |
Letture consigliate:
Di Irene Brin
- Il Dizionario del successo e dell'insuccesso e dei luoghi comuni, Ed. Sellerio, Palermo 1986
- Le Visite, Ed. Sellerio, Palermo 1991
- Cose Viste, (1938-39), Ed. Sellerio, Palermo 1994
Su Irene Brin
- Irene Brin : lo stile italiano nella moda di Vittoria Caterina Caratozzolo, Marsilio, Venezia 2006
- Mille Mariù. Vita di Irene Brin di Claudia Fusani, Castelvecchi Editore, Roma 2012
Altro
- Addio a Roma. di Sandra Petrignani, Neri Pozza 2012